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MettiaNavigia 640(c) PCAS - Pontificia Commisione di Archeologia Sacra

  

trascrizione latina traduzione italiana
Mettiae Navigiae uxori bone,
filie dulcissime, norui obsequentissime;
cuius fidis, pudor et pietas vinci
potuit numquam; que vixit an(nos) XXXIIII, m(enses)
IIII, d(ies) VIII et cum virginio suo fecit an(nos) XX, 
m(enses) IIII, d(ies) XXIIII. Maritus curator r(ei) p(ublicae)
(i)stius civitatis stituit. dep(ositio) eius
pridie idus se(p)t(em)b(res) d(ominis) n(ostris) Valentes V
Valentiniano con(sulibus). P(ax) t(ibi) c(um) s(anctis).
A Mettia Navigia buona moglie,
figlia dolcissima, nuora rispettosissima:
la sua fedeltà, il suo pudore, la sua devozione mai poterono essere superate.
Visse 34 anni, 4 mesi, 8 giorni;
trascorse con il suo sposo 20 anni, 4 mesi, 24 giorni.
Il marito, curatore del patrimonio di questa città, pose.
Fu sepolta il 12 settembre, quando erano consoli i nostri signori
Valente, per la quinta volta e Valentiniano. (anno 376)
Pace a te con i santi.

 

Mettia Navigia è moglie del curator rei publicae civitatis. La prima parte dell'epigrafe ci elenca le sue virtù morali. Una certa curiosità può essere svegliata dal titolo "nuora rispettosissima", che ci rivela che la sua suocera, madre del primo cittadino, è ancora in vita al momento della morte di Mettia. 

Acronimo finale, PTCS, pace a te con i santi, è un espressione augurale tipica di questa catacomba, segno distintivo di produzione epigrafica della comunità cristiana di Bolsena. Si tratta di uno sviluppo del più semplice saluto pax, pax tecum, pax tibi, presenti fin dall'inizio del  III secolo nei più antichi nuclei delle catacombe romane di san Callisto e di s. Priscilla. Noi ancora oggi usiamo il saluto pax tibi, pax tecum nella liturgia latina nel momento del saluto della pace. E' per noi un saluto tra i vivi. Per i defunti oggi abbiamo un altro saluto: Riposa in pace. Gli antichi, molto più a contatto con la morte e con i defunti antenati, che in un certo modo "sopravivevano" nei racconti famigliari, non avevano ancora operato la distinzione nel salutare un vivo o un defunto. Qui a Bolsena, come detto, questo saluto rivolto al singolare, verso un singolo defunto, fu con le parole cum sanctis esteso a tutti i fedeli defunti qui sepolti: pace a te con i santi. Espressione "i santi" in questo caso si riferisce a tutti i fedeli, battezzati, come già avviene nel Nuovo Testamento. E' nel battesimo che siamo configurati a Cristo, diveniamo santi, partecipi della sua santità e della sua stessa vita. 

Anche in quest'epigrafe, come in quella di Alessandro, possiamo notare il computo degli anni, dei mesi e dei giorni della vita. La vita infatti è un dono grande! Ogni giorno della vita è un dono, ogni giorno è prezioso. A differenza della concezione orientale del tempo che come una spirale sempre ritorna, per noi cristiani il tempo è lineare. Non torna mai indietro. Il giorno si chiude al tramonto del sole e non ritorna mai più. Domani è un'altro giorno. Ma quello veramente importante è l'oggi. E' oggi che sono chiamato alla santità. E' oggi che sono chiamato a realizzare ciò che sono diventato nel battesimo. E ogni giorno è unico e irripetibile, ogni giorno va quindi contato.

 

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